Quello che i camerieri non dicono
Matteo ci racconta com'è servire le persone al ristorante e ci dà qualche consiglio utile su come comportarci
Oh ciao!
Se stai leggendo significa che sei finito su don’t sleep on, il dispaccio della domenica sera per chi ama guardarsi vivere.
Ricordo ancora un racconto di due amici che durante l’università facevano i camerieri in un ristorante al mare. Un giorno vedono un collega portare due tazzine di caffè a un tavolo con fare incerto, tremando. Mentre loro seguono la scena, lui, sentendosi osservato, gli dice: “Se mi guardate è peggio”.
Questo era esattamente il senso originario di don’t sleep on: chiedere alle persone di verbalizzare un aspetto della loro vita o una conoscenza implicita che magari non sapevano di avere, sentandosi osservati. L’unico pericolo è quello di andare un attimo fuori giri o al massimo risultare un po’ impacciati. E credetemi lo so bene: come un Toretto senza bicipiti, vivo la mia vita una figura di merda alla volta.
Chissà invece come se la cava l’ospite di oggi con le tazzine da caffè. Chiediamoglielo! Si chiama Matteo, ha 35 anni, è dell’ariete e vive ad Ancona dove pratica come avvocato. Matteo ha fatto il cameriere per tanti anni, e oggi ci svelerà cosa succede dietro le quinte del lavoro da cameriere. Ci racconterà le cose più assurde che gli sono successe e ci darà tanti consigli su come comportarci quando andiamo al ristorante.
Pronti?👇
Ciao Matteo, come stai?
Descriviti a chi legge usando 3 emoji.
Come te la cavi con le tazzine da caffè?
Anche se non è mai stata la tua occupazione principale, hai fatto il cameriere per tanti anni. Quanti di preciso?
Wow. Come hai iniziato?
E come ti era sembrato il lavoro all’inizio?
Poi invece hai scoperto anche i lati negativi?
Quali sono le cose più assurde che ti sono successe o che ti hanno chiesto?
Quindi cos’è che i camerieri non dicono? Com’è il lavoro dietro le quinte?
A proposito di tutto questo, ora ti chiedo una cosa diversa dal solito: dicci 3 cose da non fare assolutamente quando si va al ristorante, e poi 3 cose che invece consiglieresti per essere dei “bravi” clienti.
do’s and don’ts…
by Matteo
Da non fare assolutamente:
Prima di varcare la soglia di un ristorante, non ragionare sul fatto che si sta entrando in un luogo di lavoro: il ristorante non è la valvola di sfogo degli insoddisfatti.
Non salutare all'ingresso, in ogni caso non presentarsi con garbo chiedendo permesso, e non attendere il proprio turno: potete dimenticarvi qualsiasi trattamento di favore.
Non dominare gli istinti della gola, spesso l'appetito o la smania di saziarsi fanno perdere la ragione (io stesso ci casco spesso): il ristorante intero vi disprezzerà.
Per essere bravi clienti:
Entrare "in punta di piedi" anche se siete degli habitué. Salutare senza troppe feste, perché chi vi accoglie – anche se vi conosce bene – sta pur sempre lavorando e non proverà mai l'entusiasmo di chi si sta andando a rilassare.
Provare per credere, lasciare la mancia al cameriere prima ancora che inizi a servirvi. Non so se funziona sempre, ma dovreste conquistare il suo miglior servizio. Lui si ricorderà di voi almeno per tutta la vostra permanenza nel ristorante e forse anche oltre (lo diceva anche Tiziano Terzani).
Non far sentire il cameriere un servo, lui lavora quanto tutti gli altri (forse anche di più) e soprattutto lavora quando molti si riposano. Abbiate cura di lui perché potrebbe essere sull'orlo di una crisi di nervi e ha bisogno dello stesso rispetto che vorreste ricevere voi stessi.
Una risata croccante
Come si dice oggi, questo video abita nella mia testa da due giorni senza pagare l’affitto. Ve lo straconsiglio:
Qualcuno l’ha definita una risata croccante, azzeccato no?
La prossima settimana ci sarà una sorpresa: l’equivalente della “pizza a discrezione dello chef” sul menù del ristorante. Una scelta di cui di solito finisci per pentirti. Quindi state all’erta.
👋👋👋